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CTH 489

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 489 (TX 02.03.2011, TRit 01.03.2011)



§ 5
27 Poi [non] le (= alla donna) (è) concesso [di … ] indietro/di nuovo.
28 Se qualcuno la chiama,
29 allora lei [v]a nell'edificio kalli[štarwana-]11.
30 Ma nel modo in cui la disposizione della pulitura e della purificazione della sedia della partoriente (è fatta),
31 esattamente allo stesso modo anche lì (cioè nell'edificio kallistarwana-) (è fatta).
Beckman 1983, 132 e Cohen 2002, 67 integrano [pa-a-u-an-zi], mentre Mouton 2008, 110 e Klinger 2010, 186 lasciano l'integrazione in sospeso.
L'inserimento di an-da, per cui cfr. Beckman 1983, 132, oppure di le-e, per cui cfr. Mouton 2008, 110 (cfr. anche Klinger 2010, 186: „[ge]ht sie [nicht ins] Fest[haus]“) richiedono troppo spazio nella lacuna, che grazie al confronto con il join KBo 39.45 può adesso essere calcolata in non più di 4-5 segni (cfr. anche introduzione).
Qui inizia 27/c.
Lettura in base alla collazione sulla foto; il segno finora è stato sempre letto ⌈e⌉ (cfr. da ultimo Groddek 2004, 59 e Mouton 2008, 110 che pure inseriscono un punto interrogativo) e il pronome tradotto „these things/diese (Dinge)/ces choses“. Tuttavia la presenza dell'avverbio di luogo apiya sembra anche più logica, in quanto sarebbe riferita all'edificio kallistarwani- citato al kolon 29, rispetto a un generico pronome apē il cui termine di riferimento non risulta chiaro.
Su questo edifico cfr. Klinger 2010, 186 n. 56.

Editio ultima: Textus 02.03.2011; Traductionis 01.03.2011